Crepitan le fascine ammonticchiate
e l'allegro scoppiettio si fa danza di faville.
Lame di fuoco trafiggono la sera
ed un tepor si spande per la strada
a riscaldare corpi
e cuori infreddoliti.
Corre la fiamma tremula
a mitigare il cielo.
Evoca dal buio
le mani a lei tese
dei bimbi fra le braccia delle madri
e sui volti degli anziani
i solchi del tempo
pietosamente appiana.
Cresce la ridda dei ragazzi
e le festose grida
si odon da lontano.
Il fuoco ormai sbadiglia,
poi tutto all'improvviso
tace.
Il frenetico trambusto si assopisce
in quel rosso della brace.
Le donne ne riempiono i bracieri
da portare nelle case.
Si salutano le voci,
assonnate e senza corpo,
nelle ombre della notte.
Il silenzio scende.
La cenere
al vento
si disperde.
(14 gennaio 2013)