E riodo le voci della sera
che dan vita alla strada davanti a casa mia:
il canto del carrettiere
colto dal buio pei sentier della campagna
e l'ultimo sbadiglio
del mulo nella stalla
ansioso di dormire,
il tardivo frinire
di un'indomita cicala,
il festoso abbaiare del mio cane
che scorrazza fra le nostre gambe
a contenderci la palla coi suoi denti.
La voce severa di mia madre
mi richiama dalla via per la cena
interrompendo il fervore dei miei giochi.
Una fetta di pane con il pomodoro
afferrata in tutta fretta...e via!
di nuovo nella strada,
a mescolarmi alla cagnara dei ragazzi
che catturano le lucciole
spiaccicandole al suolo in mille ghirigori
di fatua fosforescenza.
Le famiglie, evadendo dal bollore delle case,
prendon posto alla frescura della sera ,
gli uomini distesi ai marciapiedi,
le donne sedute al limitare.
E i discorsi rimbalzano,
vieppiù sonnolenti,
nei crocchi della strada.
È dolce allora,
seduto a uno sgabello,
poggiare la mia testa sulle gambe di mia madre,
per sentir la leggerezza della mano
scarmigliare lentamente i miei capelli
lasciandomi, così,
sorprendere dal sonno
nel silenzio
della strada.